Biografia di  Giusi Pontillo


Giuseppina Pontillo è nata a Grassano il 18\3\60 ed ivi residente. E' artista dotata ed ipersensibile. Trova il  ispirazione   nella malinconica riflessione sulla natura e sulla vita. Paesaggi, stati d'animo e senzazioni vengono espressi con una evidenza  nitida e plastica. Ama rifugiarsi nei ricordi che teme di perdere,tanto da immortalarli nelle sue " Tele fantastiche". Dalle sue opere traspare un grande bisogno di amore ed una generosità infinita"Cancellerò la mia ragione per colmare di viole il tuo giardino".E intanto vive intensamente la sua vita"attimo per attimo".

Teresa Spagna
 

Ciò che caratterizza i lavori di Giusi Pontillo è lo stare in uno spazio tempo dove si sfidano le luci e le ombre di eventi intrisi di significati, di immagini che si proiettano davanti ad una "spettatrice inerme" e che si caricano di suoni o di rumori. E' lo stare in una realtà che si tinge con i colori tenui dell'alba che ritorna a schiudere orizzonti di vita davanti a cui contemplare l'azione di uno "spirito ribelle" nei mille contempli di una "spettacolare Madre Natura". Per densità di tali immagini rende poetica l'esperienza dell'autrice,di una poesia che è vissuta come "tenera magia" con cui ci si distacca dagli eterei colori del mondo,dal profumo come esperienza che libra l'afflato ad un sentire più alto,cioè più profondo in questa magia si colloquia con gli "Angeli" con gli"spiriti guida" nel fermarsi del tempo e in solitari silenzi che portano ad alzare lo sguardo verso il cielo.

Cosicchè all'anima non sarà innaturale trovarsi nei "colori brulicanti che danzano sulle vette dell'Himalaya.

Dunque, l'esperienza tutta concreta del mondo della realtà di un presente singolo,anche se contrariamente vivificato dalla forza e dalla tensione dell'Amore, come amore e amicizia, sembra vivificato su sogni e sospensione cielo e terra". Quì si abbandona"come spirito libero tra i profumi selvaggi"a vergini emozioni dove c'è l'ansia della fine,con il timore dell'ignoto, con la paura che un'altra notte sii ancora" di luna nera".

Così sospesa l'anima della poetessa in un dire che si stacca piano dalle cose, usa la preghiera per chiedere per sè ancora un'incanto,un perdono o anche un'illusione, pur sapendo che "come cenci cadono maschere d'infinito" e ognuno raccoglie la sua croce."

Rocco Gentile