Greve è il pianto,
sommesso
il cuore si contorce.
Tu,
poeta in musica
dei giorni andati
di mia prima gioventù,
oggi partivi,
nel viaggio più lontano,
per morire
nel più atroce delle fini...
Eppur ci avvicinò, entrambi
il giorno stesso
della nostra nascita...
5 marzo 1943 - 9 settembre 1998
5 marzo 1960
Nel pianto,
riecheggia piano
la tua canzone:
si può dimenticare, certamente.
Poi,
negasti il gioco
d'ombre cinesi
che rincorriamo noi,
gente dell'arte...
Ma è dopo il genio,
che, piano, piano,
tu cominciasti a morire.
E fu la nostalgia,
e non la malattia,
la noia, credo
ti uccise...
Ma è con te
che sarò sempre,
nel cuore, nell'anima...
E,
annichiliti, tutti
ti rimpiangiamo. |
Tu solo
puoi rubare dal mio cuore.
A te solo,
un giorno lontano,
donai la mia anima.
Ma nell'oggi
c'è paura
di queste pieghe oscure,
non domandi
al tuo cuore...
Sgomento, fuggi
tuttavia te stesso,
malgrado...
tu solo
puoi rubare
dal mio cuore. |
19 gennaio 1992
Austera e dolce
sonnecchi, impaziente
nel cupido freddo invernale:
che torni dunque...
il sole ad asciugare
i vecchi ed i palazzi!
Severa mi accogli,
sfiorando le torri
da sotto i tuoi portici alti:
caldi mantelli di rosso velluto,
mi proteggono
come un abbraccio
forte, di padre
che non ho mai provato...
Ridi, vigliacca
nel caldo odioso
d'estate,
come quando
le tue antiche
grasse cortigiane
cenavano gioiose
alle tue corti medievali...
Eppur ti odio
e ti adoro
e ascoltandoti, ancora
talvolta sento sussurrare
te co' tuoi principi. |