L'anima in soffitta.
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Immergo i miei pensieri
nell’ultima spiaggia dei sentimenti
ti ritrovo sorridente
spensierato amico mio.
Il niente che ci univa ora ci ha separati
da questa maledetta vita
che sputava sulle nostre esistenze.
Dal tuo sorriso ritrovo la forza
dalla tua forza, un sorriso.
Fottuta sorte
vola al vento una nuova esistenza
il porto della Ragione è ormai pieno,
sul molo dei Perché
cerco la risposta.
Il mare della Rassegnazione schizza su me gocce
amare
lacrime
mentre gli aquiloni colorano il tuo cielo
le nubi si soffocano in un sommesso singhiozzo.
Vola
e tra i lievi capricci del vento sorridi
unisci le nostre vite in un solido abbraccio,
mentre io nascosto nella casa dell’apparenza
ripongo l’anima in soffitta
e in un sospiro disperato
m’accovaccio nell’ombra. |
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Gli eroi che non saremo.
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Silenziose stanze di cuore
dove incontriamo le lacrime che non verseremo.
Pareti arse dal logorio del tempo
rinchiudono le angosce quotidiane
e in un accondiscendente valzer
accompagniamo una disperazione che non toccheremo.
Volti e immagini ci scorrono la vita
e in un battito di ciglia scompaiono
per tornare in naufraghi respiri
in mille ricordi che non spacceremo.
Stille di sudore affollano la pelle
colano in un caldo rivo
per morire sulla terra polverosa
in una nuvola di fatica che non cancelleremo.
Sguardi bambini ci guardano
dall’alto della loro infanzia
sorridono piangono e ci beffeggiano
in un gioco che noi con stupore non comprenderemo
facendo per sempre la parte degli eroi che non
saremo. |
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Bastava guardare il cielo.
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In un angolo di firmamento
dove le nubi lasciano lo spazio all’immaginazione,
lassù, bimbo, mi sono rifugiato
e faceva freddo,
le nuvole erano impalpabili.
Ero là in alto e come dire...
Non ero mai stato così vicino a me stesso,
la mente era vuota
solo l’azzurro del cielo
e lo spolvero delle nubi.
Avrei potuto scendere
ma per andare dove…?
Nulla era più bello
e qui nell’infinito nulla poteva farmi più
male.
Sapessi come era semplice fuggire via
via da mostri che volevano avere il sopravvento,
era una banalità sconfiggere il nemico
perché quando lui si avvicinava
bastava guardare il cielo
per sentirsi unici. |
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L'album.
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Il dolce silenzio della soffitta m’accolse
e tra i bauli della coscienza cercai emozioni.
Sfogliai pagine d’infinita dolcezza
di un «sì» che ci riempì
la vita.
Accarezzai l’idea di tornare a suggestioni antiche
ad armoniosa complicità.
Trovai il tuo volto,
tra abissi di polvere la nostra felicità
sbuffi e pizzi.
La foto ingiallita di un abbraccio
di un sguardo al mare
di un sorriso che diceva tutto.
Memorie riemerse
in un angolo di cuore
mentre arrivi tu
con l’amore tra le dita
e t’accoccoli accanto a me
in un aggraziato pomeriggio
di suadenti ricordi. |
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Ritorneranno le favole.
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Forse sarà una notte mite e stellata
con il vento che accarezzando le strade
smuoverà fogli di carta raggrinzita.
Sì, per forza, deve succedere così
arriveranno in una notte che le aspetta.
A nostra insaputa si spargeranno nelle case
e nell’entrare faranno silenzio.
Un cane abbaierà alla luna
un gatto si stirerà in una lunga miagolata,
il vitellino che stava dormendo aprirà
gli occhi
per ascoltare quella curiosa musica,
una madre accenderà un lume per allattare
la sua vita
mentre la cicala canterà la sua infinita
serenata.
Il tempo sembrerà fermarsi
e loro, silenziose troveranno una sistemazione,
chi dentro ad un cuscino,
chi dentro ad un libro,
addirittura qualcuna di loro s’infilerà
in un rossetto.
Torneranno così senza dire nulla,
ci sveglieremo più sorridenti, meno tesi,
l’immagine allo specchio sarà un'altra
e nessuno dovrà avere più paura
d’ora in avanti,
perché sono tornate le favole
e stavolta non possiamo lasciarle scappare via,
perché colui che ce le ha portate non
tornerà più.
La notte con un soffio di vento leggero lo fa
volare via,
mentre la lampada si spegne
e una madre torna a dormire. |
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