Conosco l'incerto vagare.
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Conosco l’incerto vagare
di ramo in ramo
fino al sicuro.
La pazienza di annodare la paglia
nell’intimo
per covare un dolore
d’inverno
accontentandosi della grondaia
se pare troppo il mare.
Trovato il senso ultimo
della misura
fino all’esatta cubatura del vuoto. |
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Davanti.
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Davanti
sono uno scaffale
aperto.
In alto
libri eruditi
e per il resto fragile cristalleria.
Ma dove messo con le spalle al muro
c’è una fessura
di polvere e rifiuti
E la comune noncuranza
dietro la facciata
a guardarsi. |
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Fa buio.
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Fa buio altrove
un uomo che si spegne
oltre la porta dove
come un numero civico
impietriscono gli anni
e la ragione si leva il cappello
dove
non la vista ma il cuore
ha capacità di adattamento. |
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Notti ripide.
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Notti ripide
sull’indomani
che senza freni inibitori imbocco
alle veloci curve
dell’orologio rannicchiato
nell’abitacolo.
In quel lungo colpo di sonno
che pare un suicidio
fallito chissà come
e ritentato. |
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Chiedo tregua.
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Chiedo tregua all’inquietudine
ma dove combattuto dall’attesa
c’è un esercito di stelle
che non batte ciglio;
nuovi dubbi tornando alla carica. |
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Le parole.
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Le parole
difformi dal proiettile
meno colgono nel segno
quanto più grande è l’oggetto
cui mirano.
Per ovviare a ciò
ritengo Dio un microbo. |
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Mi chiedo.
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Mi chiedo s’è un bene dipendere
ancora da una lingua madre
che si muove a menadito fra i denti
come tra i fornelli
e impedisce nuove nascite
fra le parole
col controllo dell’ortografia. |
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Nella fase delle bozze.
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Nella fase delle bozze correggo
il mio spirito
ma non basta con la mano segnarmi
ad ogni errore
cercando la stesura più fedele
deciso a vendere la pelle
per la rilegatura. |
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Più che la forma.
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Più che la forma si analizzino
le qualità dell’acqua
le tracce che nel mutuo influenzarsi
vi imprime il tragitto
stante l’analogia
con le proprietà di linguaggio
e la durezza se presente
nel carattere
dell’uomo. |
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A volte.
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A volte
l’isola si restringe alla mia ombra
a terra
o se di notte
alla testa adagiata
ma il tuo respiro a fianco
come un’onda lenta
invita a partire
la mano
nel lembo che ci separa. |
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