Oh! Eterno sconfinato mare,
nei tuoi lontan confin esser vorrei
mentre il primo raggio di sol nel cielo appare.
Nei miei capelli la brezza marina scherzar si
compiace,
il mio pensier va lontan,
al ricordo dell’impresa più audace.
Su dunque, sciogliam la vela al vento,
stanco di pace son,
in me paura non v’è, ma solo ardimento.
Ribelli alle leggi, sull’immenso mare
mia sola Patria.
Sul velier battuto dall’onda andar.
Il cor freme d’ebbrezza
un inno di battaglia canta l’animo mio
sento in me l’ardir della giovinezza.
Sfidar ti voglio tempesta,
derider, ti voglio morte...
vincer saprò contro la mala sorte.
Del mare infinito mi sento dominatore,
forte e spavaldo,
nelle battaglie voglio essere vincitore....
....Va, la nave va, verso l’ignoto,
la prua fende l’onda
nel silenzio della sera, il mar pare immoto.
Dal velier sale un canto triste e selvaggio
è dei corsari uom
che rendon alla natura omaggio.
Il canto accompagna il mormorio dell’onda,
nel canto ricordan le case lontane,
mentre dall’alto della vedetta, vigila la ronda.
Oh! cielo stellato, mare infinito, cos’è
la paura?
Un brivido forse?
Sì... un brivido sento... ma di piacer
che mi dà
la corsara avventura! |