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Raccolta poesie di:

Damiano Italiano

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Indice della raccolta:

Stato di dipendenza.	Un ritaglio di luna	Harm. Il danno
Territori.	Gente che ride del mio profiloi.

 

Stato di dipendenza.

Stato di dipendenza Urla umane da mosche schiacciate sullo specchio Cadaveri che non voglio rimpiangere Guardando chitarre sondate dal rumore E un corpo denso che si scioglie tra le dita e la mia vita in polvere Ricordi uccisi e un corpo bianco che si avvicina e mi sfiora la mente Massaggio le pelli dei naqqara massaggio la mia testa quando fa male Massaggio aria massaggio la tua pelle esplodo Microscopiche galassie nell’aria intorno e stelle crudeli e rosso sulle cose Cieli di denti in vista ESPLODO NELLA CONFUSIONE Ringhiano i mobili delle stanze che mi vogliono ancora.

Un ritaglio di luna.

Un ritaglio di luna tra le nuvole Che mi toglie dalla banalità Di ticchettii di caffettiere E lamenti di cani sfatti Torce fungo senza luminosità Osservano il tedioso mucchio di sedie Mi sono svegliato sulle gambe meccaniche Cinescopi di marmo rosso Non vogliono o non possono o non devono Riportarmi nella realtà degli autobus Ogni spigolo del palazzo ha il suo terreno per dormire Credo negli dei delle pozzanghere inopportune Cervello caldo passa dentro il tubo Fuori le nove e mezza.

Harm. Il danno

Vivace. Coperta . tagliata. La tigre vivace ora ci è vicina. La prima colonna nel pungere della lotta Piange al tutto fuori dalla coperta.  Miss. Puliscilo. Sempre. Danno. Il danno Dice che sei vittima di un rapimento. Un rapimento. Sei il richiamo del killer. Alba isterica illogica  Che si sveglia in tutti i gatti  Che vivono in una chiglia bucata. L’oro che devo mettere in tutti i sapori che conosci. Lo scopo. Una volta che consuma. Il danno  che scava in te. Il danno di un’altra pelle ha il sapore Di tutti i piaceri. Errore di codice … Verso il critico … Fragoroso… Divento … No, piccola, non colpire. Non sai che sono un autore? (COLPIRE!) Non ricordi? Non piangere! L’acuta nebbia critica perduta. Il terrore incontra il danno. E’ il tempo reale Disposto intorno a un generatore di freddo.  Buco nel vento. E’ il richiamo di cui ho bisogno per investigare la deformazione.

Territori.

Territori mentali pulsano in distruzione Ho visto la sua luce e traiettorie Proiezioni che non mi coprono E fendo l’aria cercando un appiglio Graffiando il legno in profondità Veloce per non vederlo soffrire Mi sono fermato e fatto domande Come telecomandato dal sogno Andando sempre più in fondo  Confuto l’anima del legno Dentro cellophane e lampadine oscurate Dove sono finite le mie ere?

Gente che ride del mio profilo.

Sventrata dal sogno E non ricordo perché mi sono svegliato stamattina  c’è qualcosa che ringhia nelle finestre vicine E un rimasuglio di birra sulla mia scrivania Penso di non avere più anima Osservo lei osservo te dalle angolazioni esterne La gente guarda il mio profilo e non ha pietà di me Del mio stare immobile Ad aspettare tutto quello che è troppo assente Puoi vedermi ora Sul bordo della finestra che cerco di buttarmi tra loro Puoi darmi una spinta…

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Data di pubblicazione 30/7/2001

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