Lasciati amare.
|
Lascia che attraversi il tuo passato,
il tuo dolore,
che ascolti i tuoi silenzi,
i tuoni della tua mente.
Lascia che accarezzi i tuoi capelli,
la tua fronte,
che baci il tuo sorriso,
il tuo seno,
il tuo fiore.
Lascia che semini l’amore.
Lascia che t’ami con tanta poesia,
sei nata per amare,
sei tu il mio amore. |
|
Lo stolto.
|
Non puoi vedermi,
sono troppo lontano…
Non puoi toccarmi,
vivo dentro ad una fiaba!
Ma puoi raggiungermi se vuoi…
devi tornare a sognare,
devi volerti ancora bene!
Lo Stolto…
deriso da sempre per il suo ritornello,
scava con gli occhi la sua mano,
dentro ci trova il suo mondo,
lontano dalla realtà… |
|
La finestra.
|
Il sole del mattino,
lontani rumori cittadini,
il mondo funziona anche senza te.
Hai paura del domani,
per le cose che vorresti ancora fare,
hai paura dell’oggi,
nell’escludere tutti dal tuo cuore.
Intenta a scrutare il tuo ego,
il buio, e la luce,
la lotta, e l’amore,
il dolore, e la fede.
Il tempo, scandito da
piccole gocce di speranza,
consuma il tramonto.
La finestra si chiude,
ma un lume rimane acceso… |
|
Il poeta del mare.
|
Con le sue mani consumate dal mare ,
con le sue dita segnate dalle lenze,
traccia nell’aria le scene dei suoi racconti.
Negli occhi
la bianca scia della sua barca,
tra onde tempestose e
notti di assoluto silenzio.
Dal suo dialetto siciliano,
traspare il rispetto, l’amore, l’onore,
la poesia di aver vissuto per il mare.
La vecchia e preziosa conchiglia,
riesce ancor oggi
a raccontare la sua odissea.
(novello Ulisse.) |
|
Kamila.
|
I suoi occhi neri,
fino a poco tempo fa brillavano la vita,
ora vuoti
fissano l’orizzonte del deserto.
Leggeri mulinelli di vento
contrastano
l’immobilismo dei suoi pensieri.
Tradita dalla sua gente,
da una madre, da un padre, da una nonna
attenti ai dettami religiosi.
Umiliata, ferita,
terrorizzata
da un rito tribale.
Una cicatrice viva, eterna,
nella carne, nell’anima,
nella mente
di kamila. |
|
Una notte del 1901.
|
Lieve il vento che modella
la bianca veste al tuo corpo.
Nuda traspare la bellezza.
Dai forma di danza alla
gioia che hai nel cuore.
Scalza, con grazia fatata
ti muovi leggera sull’erba,
delicato il sorriso rivolto alla luna,
intenso l’abbraccio finale.
Tiepida l’aria, limpida la notte,
il magico profumo di gelsomino,
ti aiuta ad immaginare
il futuro della bimba che porti in grembo.
Il figlio di lei,
tornerà nel tuo passato,
coglierà la tua emozione
di quella notte del 1901. |
|