Noi.
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A stento ci guardiamo negli occhi
reclusi nei nostri tuguri
come un mare di termiti
ci muoviamo.
E intanto il sole scorre
sui nostri pallidi palazzi
e si susseguono le nubi nel cielo.
Noi che camminiamo sovrappensiero
non siamo che ricordi
perduti tra mille ricordi. |
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Dolore.
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E' caduta una saetta
all'improvviso
squarciando le tenebre e il silenzio.
Ora quella quercia in fiamme
arderà per tutta la notte
nella radura. |
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1\3\1996.
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Pomeriggi opachi scorrono
senza lasciare tracce.
Cieli uguali scandiscono
le nostre vite.
Ma nessuno placherà questa tempesta
che mi scuote.
I miei giorni sono tormentati
come questo mare. |
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Sogno.
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Non troverò pace
nella notte
non ora
ora che il vento
si è finalmente alzato.
Il sole tramonterà
su orizzonti sempre nuovi.
Nuove scale,
imbarchi,
esami,
sigarette spente in fretta
alla stazione
con i tacchi bagnati di nebbia.
Il treno sta fischiando adesso
è giunto il mio turno
ora tocca a me,
Questo treno
non so dove mi porti
ma il biglietto
l'ho avuto in dono.
Cercherò di uasrlo bene. |
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6\3\1997.
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Un'altra mattina
è passata
inosservata
agli uomini.
Io ne carpisco
solo un attimo
prima
di dirle addio. |
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Cappuccino.
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L'alba è fredda
e umida
e poco ventosa
Che ne sarà di lei
e di tutte le altre?
Il tempo
la ingiallirà
come una pagina. |
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Piazzale Nibbio.
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Mi dia la consegna
Maggiore
Mi dica dove devo andare
Lo dica ora
prima che suoni il silenzio
La mia consegna
ora che è buio
non la ricordo più.
Avevo giurato
avevo promesso fedeltà
Doveva essere un giorno d'agosto
senza nuvole
e senza questo vento freddo
Mi ricordo che quella primavera
il sole era caldo sulla pelle
ma il ghiaccio
quel ghiaccio non s'è sciolto più.
Dunque era questo
Maggiore
era questo che dovevamo vedere
stanotte che nessuno ha vinto
sì, doveva essere questo. |
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Ricordi.
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Di notte dormo male
e di giorno, ogni tanto, ritornano.
Dentro a qualche pomeriggio vuoto,
in mezzo ai soliti pensieri,
compaiono all'improvviso!
Pezzi di vita andati chissà dove.
Un viso di mia mamma
così giovane e così bello
come non è più.
L'odore della casa vecchia
di mia nonna.
E subito dopo gli occhi
di nonna, prima di morire
e la sua voce bassa.
E poi, invece, nonna ancora in forze,
curva sul camino
ad arrostire il pesce,
i suoi occhi tristi e sorridenti
e il vestito nero
per un lutto infinito.
Poi, a un tratto, più nulla!
Lo stesso pomeriggio vuoto di prima,
con gli stessi pensieri di prima
però più amari.
Ma dove stavano?
E chi li manda?
E perchè se ne vanno via così presto
senza nemmeno chiedere scusa?
E adesso dove sono?
Scomparsi.
Distrutti.
Cancellati da anni scolastici
di pioggia,
o dal dolore,
o dal tempo,
io non lo so.
Ne so se torneranno più
le tue mani, i tuoi occhi e la tua voce,
né quando
né come.
Se torneranno mai
i miei giorni di sole. |
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