Gilberto la lumacadi: Chiara Reggiani
Tutto ebbe inizio in un caldo pomeriggio estivo.
Gilberto la lumaca, che abitava in un grazioso orticello, stava dormendo comodamente sdraiato su una foglia di insalata quando arrivò come una furia l’amico Lino il moscerino.
- Gilberto svegliati, svegliati!
Gridava agitandosi e volando nervosamente da una parte all’altra.
- Cosa è successo di così importante da disturbare il mio riposo?! Sai bene che quando dormo non voglio essere disturbato!
- Devo assolutamente raccontarti un fatto di grande importanza, aiutami a salire sulla tua foglia.
Detto fatto, ecco Lino adagiato accanto all’amico e pronto a vuotare il sacco.
- Presto potrebbe accadere una vera una tragedia! Questa sera, nel fungo di Boss Lumacone, tutti i peggiori individui dell’orticello giocheranno a poker e parteciperà anche il nostro amico Tom Calabrone che metterà in palio l’alveare di sua moglie Milly Ape Regina.
- Cosa?!
Urlò Gilberto sgranando gli occhi.
- Proprio così ed è stata Milly insieme a tutte le api operaie a chiedermi di fare il possibile per aiutarla. Ho pensato che in nome della vecchia amicizia che ti lega a Tom solo tu puoi riuscire a dissuaderlo. Se dovesse perdere l’alveare, centinaia di api rimarrebbero senza lavoro!
- Davvero un brutto pasticcio! Quando Tom si mette in testa qualcosa è un’impresa ardua fargli cambiare idea! E’ il calabrone più cocciuto che conosca! Cercherò comunque di fare tutto ciò che è in mio potere per evitare un tale disastro. Andrò subito a cercarlo.
Così Gilberto iniziò a vagare per l’orticello chiamando Tom a gran voce. Dopo più di un’ora, quando ormai aveva perso ogni speranza, vide l’amico uscire da un bocciolo di rosa.
- Buon pomeriggio Gilberto caro, posso aiutarti?
- Sono venuto a cercarti perché sono al corrente di ciò che intendi fare stasera e non posso permetterti di compiere una così grande sciocchezza!
- Ma come ti permetti!
Sbottò Tom infuriato.
- Cerca di calmarti e di pensare alle conseguenze che potrebbero verificarsi. Se l’alveare dovesse passare nelle grinfie di Boss Lumacone, per Milly e le sue operaie sarebbe la fine!
Tom si appoggiò corrucciato ad un ramoscello e smettendo di sbattere le ali iniziò a riflettere.
- Credo proprio che tu abbia ragione, forse questa volta l’euforia per il gioco mi ha portato ad esagerare! Purtroppo però è troppo tardi, Boss Lumacone è spietato e non consente a nessuno di ritirarsi una volta data la parola. Sono rovinato!
- Forse non tutto è perduto. Andrò da Boss, gli parlerò e troverò una soluzione . Tu nel frattempo vola all’alveare da Milly e tranquillizzala, deve essere sconvolta!Tom se ne andò e Gilberto la lumaca iniziò a strisciare di gran lena verso il grande fungo. Arrivato davanti alla porta d’ingresso si arrestò paralizzato dalla paura.
Dopo aver respirato a lungo e recuperato il coraggio bussò alla porta.
- Toc Toc. Toc Toc.
- Un momento, arrivo!
Rispose Fiammetta la cavalletta, fedele governante.
- Buongiorno, vorrei essere ricevuto dal suo illustre padrone di casa. Dovrei parlargli con una certa urgenza!
- Prego si accomodi, lo chiamo subito.
Gilberto si fermò nei pressi della grande scala guardandosi intorno. Non aveva mai visto tante ricchezze in vita sua.
Ad un tratto si aprì una porta e ne uscì Concettina la lumachina, figlia del temuto nemico.
Gilberto si spostò per osservarla meglio. Il suo sguardo fu completamente rapito dalla bellezza della giovane e il cuore iniziò a battergli all’impazzata.
L’incantesimo del momento fu bruscamente interrotto dall’arrivo di Boss Lumacone.
- Chi sei e cosa vuoi da me? Hai solo pochi minuti per parlare. Non ho tempo da perdere!
Intimidito dal tono brusco, Gilberto perse ogni audacia e riuscì solo a dire:
- Sono un amico di Tom Calabrone e vorrei prendere il suo posto nella partita a carte di stasera. Purtroppo si è preso un grave malanno e non riesce nemmeno a sollevare un’ala.
- Sentiamo un po’, cosa avresti tu da offrire come posta in gioco?
- Tutto ciò che possiedo è la mia casa. E’ piccola ma accogliente e perfettamente conservata. La supplico di accettare!
- Sono stanco e non ho voglia di discutere, per questa volta posso chiudere un occhio. Ti aspetto questa sera dopo il tramonto.
Gilberto era riuscito a salvare Milly e le api operaie ma ora era lui ad essersi cacciato in un grosso guaio. Come se non bastasse, non riusciva a smettere di pensare alla bella Concettina.
In un battibaleno arrivò il momento della sfida e altrettanto velocemente la sconfitta.
L’inesperienza fu fatale al povero Gilberto e al terzo giro di carte fu costretto ad abbandonare la sua casa e ad andarsene.Avvilito iniziò a strisciare nel grande parco che circondava il fungo cercando di schiarirsi le idee quando sentì che qualcuno stava piangendo.
Cercò di concentrarsi e di capire da che direzione provenissero quei tristi lamenti. Solo dopo molto tempo arrivò sotto una finestra dalla quale usciva una luce soffusa.
- Chi è che sta piangendo?
Dalla finestra si sporse Concettina la lumachina che lo guardò stupita.
- Cosa fai qui?! Se mio padre dovesse scoprirti ti ucciderebbe!
- Non mi importa. Perché ti disperi?
- Perché ho saputo cosa ti è accaduto e stavolta sono proprio stanca dei soprusi e della crudeltà di mio padre. Voglio andarmene da questo fungo, portami via con te.
- Sarei felice di aiutarti, purtroppo non ho niente da offrirti, non ho più nemmeno una casa.
- Non preoccuparti, possiamo stare entrambi nella mia anche se dovremmo stringerci un po’.
Senza esitare, si calò dalla finestra e insieme si diressero in tutta fretta oltre il cancello e poi sempre più velocemente lontani dall’orticello.Nei mesi che seguirono, le difficoltà che si presentarono furono tante e la casa era davvero piccola per due ma il bene che si volevano e la gioia di vivere lontano da ogni prepotenza li aiutò ad avere fiducia nel futuro.
Gilberto era davvero felice perché aveva aiutato l’amico Tom Calabrone e salvato l’alveare così i sacrifici che dovette affrontare gli sembrarono una sciocchezza e in poco tempo riuscì a costruire una grande casa dove vivere comodamente e felicemente insieme all’amata lumachina.
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