La
poesia esprime ciò che a volte è altrimenti inesprimibile.
La poesia è uno strumento elettivo
per esternare i moti dell’anima e le emozioni che li accompagnano. Attraverso
la poesia si concretizza e prende forma qualcosa che altrimenti rischierebbe
di perdersi nei meandri dell’inconscio e nell’oblio della memoria. Essa
ci rende in qualche modo immortali.
Dà la giusta dignità ai moti
affettivi ed alle tempeste interiori rendendoli tanto superbi nella loro
urgenza espressiva da innalzarli a linguaggio universale.
Così attraverso la forma lirica, il
lettore entra in una sorta di sintonia inconscia con il poeta, resa possibile
dallo straordinario potere del linguaggio immaginifico, metaforico e simbolico.
Immagine, metafora e simbolo rendono così
possibile la comunicazione ad un livello profondo d' emozioni e di stati
mentali di carattere universale.
Attraverso le parole viene veicolato il senso
esterno di qualcosa che è tutto interno.
Linguaggio razionale ed irrazionale, logico
ed analogico si prendono per mano in una danza dove l’uno fa spazio all’altro,
coordinandosi ed abbracciandosi, in un’altalena di moti che permette al
lettore di porsi contemporaneamente su due livelli d’ascolto.
Le inquietudini e le passioni del poeta trovano
percorsi espressivi che conducono alla creazione di qualcosa d’altro che
è strettamente legato a ciò che lo ha generato.
La necessità creatrice, esigenza imprenscindibile
dello spirito umano spiega l’ispirazione a superare attraverso le fantasie
i limiti dell’esperienza contingente.
Poeta si nasce o si diventa?
Non c’è risposta a questa domanda che
rimane irrisolta.
L’uomo di fronte alle vicissitudini esistenziali
ed alle tempeste dell’anima sente la necessità di dover trovare
qualcosa che funga da argine alle inondazioni alle quali è esposto
e che, nello stesso tempo, gli dia la possibilità d’abreagire per
non essere sopraffatto e frantumato dalla passione e dal dolore.
Questo bisogno, più o meno conscio,
d’immunizzarsi dai contraccolpi emotivi devastanti dell’esistenza e di
accettarli come propri, lo trascina alla ricerca di uno di una possibilità
espressiva.
La poesia rappresenta un valido ausilio per
l’uomo di fronte alle sue emozioni incontenibili.
Poesia come contenitore dell’incontenibile.
Poesia, dunque, come paradosso dell’esistenza,
come paradossale è l’esistenza stessa.
Attraverso lo strumento metaforico, simbolico
ed immaginifico, tipico del linguaggio poetico, questo paradosso diventa
comprensibile e comunicabile.
L’inconscio prende forma in un linguaggio
che sta a metà strada tra il razionale e l’irrazionale, il logico
e l’analogico.
Si potrebbe definire la poesia “Urlo dell’anima
”, un urlo che rompe il frastuono dell’esistenza.
Urlo auto gratificante per il poeta che attraverso
la sua lirica riesce a superare i limiti angusti della propria esistenza
e a crearsi l’illusione d’eternizzare se stesso.
Poesia come testimonianza di presenza nel
mondo.
Poesia come possibilità di oltrepassare
i confini del tempo e dello spazio.
Essa, infatti, permette all’individuo d’estendersi
sino a raggiungere le corde della vibrazione emotiva e la profondità
interiore altrui.
Poesia come fotografia dei momenti cruciali
della vita, ma con caratteri impressionisti.
Non quindi con caratteri d’obiettività
ma d’impressionismo.
Immagine riprodotta di se stessi in termini
di tratti, ombre e luci che contrappongono in un gioco di sfumature le
vicende ed i colori dell’anima.
Ritenendo più che sufficienti i motivi
che fanno ritenere in qualche modo la poesia come forma d’individuazione
nel percorso dell’individuo, credo che sia più che comprensibile
il mio desiderio di rispolverare delle poesie sepolte per vari anni in
un cassetto. Desiderio di rivedersi come si era o voglia di confrontarsi
con la propria immagine passata in una continuità esistenziale che
non si può più ignorare?
Ambedue le cose... passato e presente uniti
nella poesia nel tentativo di non rinnegare il “come si era” per comprendere
il “come si è”. |